La storia insegna che i canoni di bellezza cambiano con il succedersi delle epoche e delle mode. Il nostro è un mondo volubile e in evoluzione che in maniera dinamica racconta se stesso. Noi che viviamo oggi siamo testimoni e partecipanti di questo tempo e siamo soggetti a quello che è il gusto corrente con tutto il contorno di frustrazione quando non ci sentiamo adeguati e di soddisafazione quando ci sentiamo allineati, sia che ne siamo fruitori o produttori.  Ma la bellezza è qualcosa di diverso da ciò che va di moda e si può trovare in essa un’essenza che rimane immutata nonostante il passare dei secoli. Perchè c’è un senso di meraviglia che ci coglie quando ci troviamo davanti a qualcosa di immenso come il mare, di inspiegabile come una guarigione senza apparente motivo, di luminoso come la nascita di una vita che sia germoglio o neonato? Armonia, divino, ordine cosmico, chiamate come volete questi sentimenti e sensazioni.  Ecco, questa meraviglia è a mio parere il  nucleo della bellezza, un senso di comunione con il mondo e con tutti gli esseri viventi, una pienezza di sensazioni che raramente ci ricordiamo di sperimentare. E’ qualcosa che si può evocare, basta prendersi il tempo: ogni mattina il sole sorge perchè c’è un universo in movimento perpetuo di cui facciamo parte, ogni giorno camminiamo, parliamo e respiriamo grazie al perfetto funzionamento del nostro organismo, le foglie che cadono si decompongono e nutrono la terra che a sua volta genera altro nutrimento per tutti i viventi. Se questo non è abbastanza bello e quotidianamente contemplabile da rendere le nostre giornate più radiose e piene di senso allora credo che stiamo diventando sempre più ciechi e che questa cecità sia una tra le cause di tanti malesseri che pensiamo di avere.